Ezio Pascutti nel cuore, la memoria non ha età / FOTO

Da sabato 27 maggio la mostra a San Giovanni in Persiceto

La mostra a San Giovanni in Persiceto (foto Schicchi)

La mostra a San Giovanni in Persiceto (foto Schicchi)

San Giovanni in Persiceto (Bologna), 25 maggio 2017 - Altro che ‘sindrome da grandi’ di cui ha sofferto quest’anno il Bologna. C’era una volta un Bologna che trattava le grandi, Juve compresa, da pari a pari: capitava spesso di batterle e addirittura di soffiare loro uno scudetto.

Di quel Bologna Ezio Pascutti è stato uno degli indimenticabili alfieri. Grande tra i grandi, il numero 11 rossoblù ha fatto piangere una città intera quando lo scorso 4 gennaio ha chiuso gli occhi all’età di 79 anni. Adesso, a cinque mesi di distanza, Pascutti rivive nella toccante mostra che gli dedicherà da sabato, e fino al 6 giugno, il Comune di San Giovanni in Persiceto.

L’hanno allestita con passione i collezionisti Luciano Brigoli e Nicolò Asaro, che dopo aver scandagliato a fondo nel Pascutti pubblico e privato traendone inedite testimonianze, ci hanno aperto in esclusiva le porte della mostra, significativamente intitolata «Ciao Ezio», che era il modo schietto con cui sotto le Due Torri tutti salutavano l’ex Campione, quando lo incrociavano nelle vie del centro.

Nell’androne del palazzo settecentesco del Municipio di San Giovanni sfilano frammenti di vita e di sport che hanno fatto la storia. Come le scarpette da gioco di Ezio, a marchio ‘Pantofola d’Oro’, che sembrano ancora intrise del fango del Comunale. O come la giacca in lana blu della divisa d’ordinanza nella stagione del dopo scudetto. Sul taschino campeggia il tricolore conquistato nel 1963-64 e all’interno un marchio di fabbrica che anch’esso trasuda storia: Schiavio Stoppani, che è il negozio di abbigliamento di proprietà del mitico ‘Anzlein’, il principe dei cannonieri rossoblù di tutti i tempi. Poi c’è il Pascutti privato.

Quello che a 17 anni sbarca sotto le Due Torri: foto di Ezio col ciuffo nerissimo, come lo conobbe Emanuela, la compagna di una vita. Lei allora tifava Juve e gli impose un piccolo sacrificio. «Gli chiesi la maglia di Boniperti - rivela oggi Emanuela - e alla prima occasione lui me la portò».

Scorpacciate di reti, immortalate da tutti i giornali. Memorabile la doppietta all’Austria, con la maglia della Nazionale, al Prater di Vienna, che firmò una vittoria assente da 27 anni. Quella divisa azzurra è lì, con l’11 sulle spalle, a parlarci di un passato che non scolora. Meno di tutti scolora il celeberrimo gol di testa in tuffo, segnato in faccia a Burgnich, in un Bologna-Inter consegnato alla leggenda. A San Giovanni ce lo ricorda il diorama ideato e realizzato dalla coppia di artisti bolognesi Fabio Galletti e Roberto Barbato, che fa il paio col busto dello scultore Mauro Piccoli. C’è questo e molto altro nella mostra che inaugura sabato alle 11,30 e che sarà visitata anche dalle scolaresche del territorio. Perché come tutti i miti Ezio è di tutti.

Anche di chi non ha mai visto un suo gol e ne ha solo sentito parlare.

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